C’è tempo fino al prossimo 22 ottobre per visitare la mostra “Walls, personale di Marco Tamburro allestita nei locali della Strati d’arte Gallery di Roma e curata da Angelo Bucarelli.
Colpiscono le opere di grandi dimensioni esposte nella galleria romana in grado di restituire il senso dell’arte pittorica di Marco Tamburro. Nato a Perugia, classe 1974, un passato a Milano e un presente a Roma, l’autore riflette sulla vita quotidiana. Il suo sguardo si posa sulla spersonalizzazione dell’essere umano che esiste ma non vive. Viene rappresentato così come intrappolato in un’esistenza cittadina frenetica. Il tempo attorno corre via a una tale velocitàda fargli perdere ogni valore.
Il suo immaginario nasce del cartoon d’autore, da Gian Luigi Bonelli a Hugo Pratt, a Tiziano Sclavi, senza dimenticare le sorelle Giussani, con incursioni nella scenografia e nella pubblicità.
Nella visione di Tamburro l’identità è pressoché annullata a favore della spersonalizzazione con l’individuo come intrappolato in tessuti urbani rappresentati come intricati labirinti di fili metallici.
Tamburro cita il graffitismo e in questo gruppo di opere “erge un muro/mura con cui divide lo spazio pittorico e filosofico tra il conosciuto e il non conosciuto, tra ciò che è accaduto e quello che accadrà, tra l’inevitabile e l’aspirazione. Il di qua contiene tutto il chiasso del meltingpot urbano (o del vissuto) frustato da cavi tesi e geroglifici imbrattatori, misti, con arguta citazione di Mimmo Rotella, a brandelli di poster cinematografici, pubblicità, clown e materiali di scarto o d’uso” scrive il curatore Angelo Bucarelli.
Sulle tele si intercettano grandi poltrone, due uomini che sembrano ballare, i Blues Brothers, un astronauta, Pinocchio, una donna seducente. “Oggetti fuori dimensione isolandosi si fanno protagonisti come memorie di un vissuto; mentre il muro spezzettandosi verso l’alto, traccia la demarcazione tra quel baccano animato da contrasti cromatici che così bene ne descrivono i rumori, e il poi” spiega Bucarelli.
Cosa si cela al di là dal muro? Appaiono silhouette di funamboli, il pensatore di Rodin, il riflesso di pinocchio, altalene, bambini sospesi su seggiolini di un luna park, un tuffatore che ci invitano a oltrepassare quel muro sberciato.
Conclude Bucarelli: “L’artista ci guarda e aspetta la nostra scelta invitandoci ad oltrepassare insieme quella “siepe”, una forza che pone limiti alla nostra conoscenza, ma che ci permette di spaziare con la fantasia alla ricerca di opportunità da cogliere, come suggeriva Leopardi nel suo Infinito”.