La risposta nella mostra “Robotizzati. Esperimenti di moda” che riapre al WeGil Roma dal 1 febbraio.
Robotizzzati
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Riapre le porte dal 1 febbraio a Palazzo WeGil di Roma, nel cuore di Trastevere, la mostra-performance “Robotizzati. Esperimenti di moda” , ideata e curata da Stefano Dominella con la direzione artistica di Guillermo Mariotto, promossa dalla Regione Lazio e realizzata da LAZIOcrea con l’intento di indagare l’influenza dei “mecha” giapponesi (robot di dimensioni straordinarie comandati da un pilota all’interno come Mazinga Z, Gundam, i Transformers, auspicano il bene, ndr) che hanno avuto sulla moda.
L’allunaggio del 1969
“Per parlare di super robot e moda prendiamo come pretesto il primo uomo sulla Luna – racconta Dominella, presidente della maison Gattinoni e vice- presidente di Unindustria – Neil Armstrong in tenuta da “esploratore lunare assomiglia a un robot, ricorda i mecha giapponesi ”.
Gli anni Sessanta
In realtà la moda mette i piedi sulla luna ben prima del 1969: “Anticipando i tempi e fiutando la sperimentazione che era nell’aria, André Courregès, Paco Rabanne e Pierre Cardin sperimentano abiti forati a oblò, linee a trapezio, cappelli casco, argento spalmato e ricami stellati, facendo poi di fatto esplodere lo stile lunare dall’allure robotica” continua Dominella.
Tre macro-aree espositive
L’allunaggio, lo sportswear, fantasia e creatività allo stato puro, sono le tre macro aree attorno alle quali è organizzato l’allestimento, presentando sotto una nuova luce, le creazioni di grandi nomi della moda internazionale – come André Courrèges, Pierre Cardin, Giorgio Armani, Prada, Thierry Mugler, Jean Paul Gaultier, Alexander McQueen, Yohji Yamamoto – in dialogo con gli “esperimenti di moda” di giovani designer indipendenti, e sotto l’occhio vigile dei 50 robot originali in acciaio pesante, provenienti dalla collezione di Roberto Pesucci.
Il trasformismo
Giocando sull’idea del trasformismo tipico dei giganti d’acciaio, la creatività assume un tratto sperimentale sotto la direzione artistica di Guillermo Mariotto, l’abito si modifica e “prende nuova vita” assumendo attraverso giochi di luce, accostamenti materici e manichini tecnologici, un’allure “robotica” e futuristica, dal momento che la moda non deve mai smettere di anticipare i tempi.
Ph. courtesy Robotizzati. Esperimenti di moda.