Considerato il cibo degli Dei, il cioccolato è destinato ad addolcire l’inverno oggi come ieri. Varcando la soglia dell’antica fabbrica di cioccolato Gay-Odin, tra i locali storici d’Italia, con botteghe a Roma (e a Milano) oltre che a Napoli, dove è nata nel lontano 1888. Il merito va al cioccolatiere piemontese Isidoro Odin che vi si trasferì aprendo la prima bottega Odin, antesignana dell’attuale realtà.
” Ci siamo lasciati ispirare da questo patrimonio unico al mondo, da una perla più bella di Partenope stessa, gloriosa come la dinastia borbonica, speciale come ogni napoletano sa d’essere”. E’ con questa intuizione che si è sviluppata la lavorazione del cioccolato secondo antiche tecniche, come quella di un cacao come il Criollo, importato crudo e tostato a legna, da cui si ottiene un cioccolato artigianale d’eccellenza.
All’interno della nostra fabbrica la produzione è interamente a mano da esperti maestri cioccolatieri: i nudi, le diverse tipologie di cioccolatini, le tavolette, il cioccolato Foresta fondente e al latte. Quest’ultimo, uno dei prodotti iconici Gay-Odin: tronchetti di cioccolato a sfoglie che deliziano il palato in un equilibrio tra bontà e leggerezza.
Il cioccolato ha una storia antica, in principio venne considerato il “cibo degli Dei” dagli Aztechi, che per primi utilizzarono le fave del cacao per macinarne i semi e sciogliere l’impasto ottenuto nell’acqua calda, dando così vita alla prima cioccolata della storia. Fu poi Cristoforo Colombo, agli inizi del Cinquecento che primo tra gli europei venne a conoscenza delle fave di cacao, senza però prestarvi troppo interesse. Cosa che fece invece il conquistatore spagnolo Fernando Cortes, intuendo il valore e la forza energetica di sua Maestà il cioccolato, che entrò così alle corti europee, appannaggio dei nobili che lo consumavano nella versione di bevanda in tazza.
Leggenda vuole che in Francia non ne potevano fare a meno Madame de Maintenon, consorte del Re Sole, le favorite di Luigi XV e Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI, che si dice viaggiasse sempre con il suo cioccolato personale. A Venezia lo conosceva bene Giacomo Casanova, grande sostenitore delle sue qualità afrodisiache. Mentre il compositore Wolfgang Amadeus Mozart ne celebrò la bontà, nella gustosa aria di “Così fan tutte” (sulla scena la cameriera Despina, soprano, mentre prepara la colazione alla padrona Dorabella, ndr).