«La natura è il miglior naso esistente. Tutto quello che bisogna fare è trarre ispirazione da essa». Un punto fermo nella mente come nell’animo poetico di Issey Miyake, il creativo giapponese protagonista di una rivoluzione gentile nel mondo della profumeria, nel segno di un inebriante minimalismo.
È il 1992 e nel mondo dei profumi regnano le fragranze orientali e inebrianti. Issey Miyake cambia le regole del gioco con L’Eau d’Issey, una fragranza acquatica e poetica, un’ode alla natura vivente e rigogliosa che invita a riscoprire l’essenza stessa della vita.
Miyake partì proprio da Madre Natura, quando diede vita alla L’Eau d’Issey, fragranza iconica che oggi celebra il suo trentesimo anniversario. Per creare questo profumo Miyake si rivolge a uno dei più grandi talenti della sua generazione, il naso Jacques Cavallier. La richiesta è tanto semplice quanto inattesa: creare l’espressione olfattiva di una goccia d’acqua sulla pelle di una donna.
Una scommessa vinta puntando su un alto dosaggio di Calone, una molecola sintetica che evoca la freschezza del mare, la salsedine e la potenza delle onde che s’infrangono a riva. In più i due fiori antagonisti e complementari del loto e della rosa – simbolo dell’incontro tra Oriente e Occidente, Tokyo e Parigi – contribuiscono a creare la scia olfattiva eternamente giovane.
Per segnare i trent’anni di L’Eau d’issey , la Maison ha affidato a Elisa Valenzuela e Luiz Zerbini l’espressione della propria visione dell’iconica fragranza perché «il design ha il potere di rendere le cose universali» come amava ripetere Issey Miyake.