“Adidas non tollera l’antisemitismo e qualsiasi altra forma d’odio”, ha affermato l’azienda in una nota ufficiale. “I commenti e le azioni recenti di Ye sono stati inaccettabili, pieni di odio e pericolosi e violano i valori aziendali di diversità e inclusione, rispetto reciproco ed equità”.
Così il marchio tedesco ha formalizzato il divorzio annunciato con Ye in seguito alle dichiarazioni del rapper ritenute antisemite, dichiarando che non produrrà più la linea Yeezy e sospenderà da oggi qualsiasi pagamento all’artista e alle sue società, affermando, inoltre, che la rottura dell’accordo potrebbe avere un impatto negativo a breve termine fino a 250 milioni di euro (246 milioni di dollari) sull’utile netto dell’azienda nel 2022.
La decisione arriva dopo l’annuncio di Kering, che decretava il termine della collaborazione tra West e Balenciaga. I motivi della discordia si possono ricondurre, in origine, alla maglia da lui indossata, e poi presentata in passerella, con raffigurato il volto di Papa Giovanni Paolo II e con scritto sul retro “White lives matter”. Uno stratagemma mediatico? Le critiche stavolta non hanno fatto eccezioni facendo di fatto crollare l’impero di Ye.