Prendi l’acciaio e plasmalo in un’opera d’arte per mano di otto artisti internazionali. Prendi poi le loro opere (già esposte nel 2009 in Triennale di Milano nella mostra “Steellife” promossa dal gruppo Marcegaglia per i suoi 50 anni di attività) e falle ri-vivere in uno spazio virtuale grazie al progetto “STEELLIFE Digital Re-life Experience” realizzatoda Studio Chiesae online dal 18 maggio in occasione della Giornata Internazionale dei Musei.
Digital Re-life Experience
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“Digital Re-life Experience non nasce da una mera volontà mnemonica o archivistica di ciò che è stato, ma scaturisce piuttosto dall’esigenza di rigenerare l’incanto dello sguardo mediante un’esperienza similare, certamente affine, ma nuova e totalmente rinnovata e potenziata grazie agli strumenti di approfondimento e di scoperta digitali – afferma la curatrice Elisabetta Pozzetti – questa modalità si addice a ri-animare i progetti culturali conclusi e dare a essi nuova linfa per essere fruiti in un tempo potenzialmente infinito, ma diviene pure una strategia allestitiva e narrativa per creare quelle mostre che nella realtà non hanno potuto vivere o quegli archivi o collezioni che non possono essere manifesti al grande pubblico. Si tratta dunque di una straordinaria opportunità narrativa ed espositiva”.
Gli artisti:
Magdalena Fernandez Arriaga(Caracas, 1964). L’artista venezuelana restituisce leggiadria a un materiale robusto come l’acciaio.
Julia Bornefeld (Kiel, 1963). L’artista “agisce” nello spazio attraverso delle opere dinamiche, capaci di coinvolgere tre dei cinque sensi: la vista, il tatto e l’udito.
Tetsuya Nakamura (Chiba, 1968). L’artista giapponese attinge dal mondo dei cartoons e crea macchine futuribili, navicelle spaziali per traghettare i sogni in dimensioni fanta-scientifiche.
Luc Mattenberger (Ginevra, 1980). L’artista svizzero crea macchine rabbiose e provocatorie. Realmente funzionanti, attraverso la cinetica, il rumore e l’odore, affermano la loro “vitalità robotica”.
Adeela Suleman (Karachi, 1970). Dal Pakistan la visionaria artista concilia l’estetica del riciclo ora all’invenzione di forme ambigue, creando dei copricapi policromi, poliformi devoti alla tradizione orientale.
Francesco Bocchini (Cesena, 1969). L’artista italiano lavora sapientemente la lamiera recuperata, riconoscendole una nuova vita attraverso la costruzione di macchinari a manovella e stravaganti soggetti, fantastici e poetici.
Subodh Gupta (Khagaul, 1964). L’artista indiano “contamina” gli spazi attraverso maestose installazioni scultoree.
Zhang Huan (An Yang City, 1965). Dalla Cina Huan concentra sul corpo le proprie attenzioni facendo di esso il luogo della soggettività e il tempio della spiritualità.
Per visitare la mostra Steellife Digital Re-life Experience click a questo link https://studiochiesa.it/steellife4k/
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